Intervista per A.I.F. – PREMIO OLIVETTI

On 23 gennaio 2019 by admin

Tema: “La Formazione e la Digitalizzazione”.

Domanda:

Lo scenario economico e sociale è in continua e rapida evoluzione: la trasformazione digitale ha abbracciato quasi tutti i settori ed è protagonista nei principali mercati. Oggi tuttavia la crescita delle complessità e il timore nei confronti della tecnologia, sempre più pervasiva, sembrano ostacolare il percorso che porta al sviluppo della persona, in un contesto di interazione con le organizzazioni. Il fattore umano è riconosciuto come la soft-skill principale per il moto dell’evoluzione della nostra specie, ma ci sono ancora perplessità sulla direzione che deve prendere per portare a una nuova, vera innovazione. Come può la formazione incrementare l’impatto del fattore umano per infondere alle persone e alle organizzazioni il coraggio di affrontare nuove sfide in un contesto così dinamico?

La Mia Risposta:


La formazione deve dare un esempio concreto di coraggio. Il formatore ha la responsabilità di far vivere all’aula una esperienza memorabile, che motivi l’individuo e l’organizzazione a muovere quei passi, che si riveleranno generativi di scelte più coraggiose e consapevoli.

Domanda:

Nel contesto globale contemporaneo la diffusione di informazioni avviene a una velocità incalzante sospinta dalla digitalizzazione. Per questo motivo il formatore deve sperimentare sempre più approcci sistemici e strumenti innovativi, anche associando differenti discipline. La formazione è sempre il luogo ideale dove generare apprendimenti in grado di produrre cambiamenti personali e professionali coerenti con le dinamiche di sviluppo dello scenario socio-economico e le esigenze competitive delle organizzazioni. Il formatore oggi è la figura che può educare all’uso consapevole della tecnologia, finalizzata al corretto sviluppo della persona. Quali sono i metodi e gli strumenti tecnologici a disposizione del formatore in grado di migliorare l’interazione tra scenario sociale e competitività economica? Quanto questi strumenti influenzano i processi di formazione?

La Mia Risposta:

Il formatore resta la “tecnologia” più avanzata presente in aula. Gli strumenti digitali colorano in modo prezioso ma prescindibile la sua imprescindibile e trasformativa narrazione. Agli strumenti digitali in possesso dei corsisti l’onere/onore di catturare frammenti e testimonianze del percorso formativo.

Domanda:

La maggior parte delle scoperte, dalle grandi innovazioni scientifiche agli step esperienziali della crescita di ognuno di noi, avvengono attraverso il continuo imbattersi in errori e ostacoli. La possibilità di sbagliare, se circoscritta a un contesto adeguato, è il motore del miglioramento personale. Ad esempio Cristoforo Colombo, imbarcandosi con le 3 caravelle nel 1492, ha colto l’episodio di serendipità più influente nella storia moderna: mirando a raggiungere le Indie, scoprì l’America. Nella serendipità, ovvero la possibilità di imbattersi in felici scoperte per puro caso, è determinante l’influenza della specifica realtà in cui si opera. Il compito del formatore è operare attraverso la centralità della persona, legando tramite l’apprendimento il contesto dello scenario socio-economico allo sviluppo umano. Attraverso quali pratiche il formatore può trasmettere alla persona i mezzi necessari per la crescita dell’individuo nella realtà locale?

La Mia Risposta:

Noi formatori dobbiamo riconoscere, accogliere e valorizzare l’unicità e le problematicità di ogni singola esperienza formativa. Il corsista e le sue reali esigenze sono il percorso formativo di quella specifica, irripetibile, aula. Noi siamo loro strumenti e, col nostro esempio, dobbiamo fornire strategie emotive e comportamentali che siano di supporto per la loro futura crescita individuale.

Link diretto all’intervista su A.I.F. :